Press "Enter" to skip to content

Outcomes after nail and plate fixation of humeral shaft fractures

J Pathol Locomot Appar – Riv Patol Appar Locomot – Vol. XII (1), 14-18,2013

Dinu Vermesan1, Vlad Georgianu 3, Iconia Borza1, Gratian Damian2, Horatiu Petrescu1, Massimo Marrelli4, Luigi Promenzio5, Marco Tatullo6,  Raffaele Cagiano7

1 University of Medicine and Pharmacy ‘Victor Babes’ Timisoara, Romania

2 Vest University ‘Vasile Goldis’ Arad, Romania

3 University of Medicine and Pharmacy ‘Carol Davila’ Bucharest, Romania

4 Calabrodental, Maxillofacial Unit, Crotone, Italy

5 Marrelli Hospital, Department of Orthopedic Surgery, Crotone, Italy

6 Tecnologica Research Institute, Biomedical Section, Crotone, Italy

7 University of Bari, Dept. of Biomedical Sciences and Human Oncology, Bari, Italy

Corrispondence:

Prof. Raffaele Cagiano, Department of “Biomedical Sciences and Human Oncology”, Faculty of Medicine – University of Bari “Aldo Moro” 70124 Bari, Italy – e-mail: prof.cagiano@libero.it

Abstract

Unstable and comminuted diaphyseal humeral fractures have traditionally been treated with lateral plating. However, recent developments in implant design have spurred new interest for locked intramedullary nailing as a pertinent alternative. We have retrospectively analyzed our series of humeral diaphyseal fracture cases treated by these two methods. 43 patients in the plating group and 22 in the nailing group were considered for evaluation at a mean follow up of 5.3 years for the former group and 2.7 for the latter group respectively. Nailing produced more minor perioperative incidents, took slightly longer to achieve radiographic consolidation and more patients needed implant removal. The duration of the procedure was relatively constant for plating but decreased consistently for the nailing group. There were no major differences regarding deep infection and revision for pseudarthrosis. Axial restoration was significantly better with nailing but no clinical differences could be noted. A clear learning curve and adaptation was seen for the nailing group. In the same group, outcomes improved continuously. One radial injury was noted after plate revision for non-union. Shoulder discomfort improved with technical accuracy. We consider plating to be a reliable option with predictable, good outcomes. A learning curve and adaptation were seen for the nailing group. In the same cohort, outcomes improved continuously. Shoulder discomfort amended with technical accuracy. Nevertheless, we find nailing to be a worthwhile procedure with promising results for diaphyseal humeral fractures.

Key words: humeral shaft fracture, treatment, outcome, nail, plate.

Riassunto

Le fratture scomposte e comminute della diafisi omerale sono state tradizionalmente trattate con delle placche laterali. Tuttavia, il recente sviluppo del design dei mezzi di sintesi ha suscitato un nuovo interesse per la sintesi con chiodo endomidollare quale valida alternativa. Abbiamo analizzato, in modo retrospettivo, una serie di casi di frattura diafisaria omerale trattati con queste due metodiche. Nello studio si sono valutati 43 pazienti inseriti nel gruppo trattato con placca (PG) e 22 pazienti nel gruppo trattato con chiodo endomidollare (NG); la valutazione è stata eseguita ad un follow-up medio di 5.3 anni per il gruppo PG e di 2.7 anni per il gruppo NG. La sintesi con chiodo ha prodotto minori complicanze perioperatorie, ha richiesto tempi maggiori per il consolidamento radiologico e un maggior numero di pazienti trattato con questa metodica ha necessitato della rimozione dell’impianto. La durata degli interventi è stata relativamente costante per la sintesi con placche, mentre si è ridotta sensibilmente nei casi trattati con chiodo endomidollare. Nessuna differenza tra i due gruppi è stata evidenziata rispetto al numero di infezioni occorse e di revisioni chirurgiche per pseudoartrosi. Il ripristino assiale è stato significativamente migliore nei casi trattati con chiodo endomidollare, mentre dal punto di vista clinico non si sono osservate differenze tra i due gruppi. Il gruppo di sintesi con chiodo endomidollare ha mostrato chiaramente una curva di adattamento. Nello stesso gruppo, i risultati sono migliorati costantemente. Una lesione del nervo radiale è stata riscontrata dopo una revisione chirurgica di una placca resa necessaria da una mancata consolidazione. Il perfezionamento della tecnica ha determinato minor disagio della spalla. Consideriamo la sintesi con placca e viti una scelta affidabile e con buoni esiti predicibili. Curve di apprendimento e di adattamento sono state osservate nel gruppo trattato con chiodo endomidollare. Nella stessa coorte, i risultati sono migliorati continuamente. Il disagio alla spalla è migliorato con la precisione tecnica. Tuttavia, riteniamo che l’inchiodamento endomidollare sia una procedura utile con risultati promettenti per le fratture della diafisi omerale.

jopola.2013.02.full-text

Comments are closed.